Brionvega ST 201 Televisore anno 1969 Zanussi Marco designer) (1916/2001:Sapper Richard.(designer) (1932)
Marca: BRIONVEGA
Modello: ST 201
Città: ITALIA
Datazione: ca. 1969 – ca. 1971
Materia e tecnica: plastica di metacrilato; metallo
Categoria: industria, manifattura,artigianato
Misure: 32 cm x 40 cm x 35 cm
Cubo nero realizzato in metacrilato trasparente fumé. Nella parte superiore si trovano i comandi d’uso per l’accensione, la regolazione di volume luminosità e contrasto, la selezione dei canali VHF e UHF preselezionati. Sul retro si hanno le prese per il collegamento alla rete elettrica, alla batteria interna ricaricabile, ai canali VHF e UHF, per un altoparlante esterno, il selettore per antenna interna o esterna (300 Ohm). E’ presente un’antenna incorporata a stilo per VHF.
Funzione: Involucro di televisore, conteneva il tubo catodico e gli altri meccanismi di funzionamento (circuiti elettrici ed altoparlante).
Modalità d’uso: Il cinescopio del televisore è un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l’intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il raggio elettronico su uno schermo e deviano il fascio in maniera periodica nelle direzioni orizzontale e verticale, consentendo la scansione sincronizzata dell’immagine.
Notizie storiche: La nascita dei televisori come elettrodomestici risale alla metà degli anni ’30 negli Stati Uniti. I primi televisori, dotati di grossi tubi catodici sistemati in verticale, erano costituiti da mobili in legno con uno specchio obliquo posizionato nella parte alta che rifletteva l’immagine proveniente dal tubo catodico. Successivamente il tubo catodico venne posizionato in orizzontale e la visione avveniva direttamente sul video posto nella faccia anteriore del mobile. Questa nuova visione facilitò la visione collettiva e la diffusione della televisione come strumento di svago. In Italia la televisione arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le forze riformiste, escluse dal governo e dalla politica, erano alla ricerca di formule operative in grado di riconciliare cultura e realtà. Tutto rifletteva il desiderio di ristabilire un rapporto conoscitivo attivo tra classe intellettuale e masse. Nel frattempo, la ripresa economica vide la crescente richiesta di oggetti che fossero simbolo di modernità e ricchezza. Il design si concentrò sul rinnovamento delle “forme dell’abitare” come simbolo del cambiamento profondo della società. La produzione di massa di prodotti di arredo innovativi sembrava un’occasione per superare le strozzature della cultura del paese e il suo livello di arretratezza. Televisori, frigoriferi, lavatrici divennero beni di consumo molto richiesti. Il design del tempo era interessato alla riduzione a forme semplici ma dinamiche, all’identificazione della struttura come segno portante dell’oggetto. Un modo di operare ancora architettonico, che affrontava il progetto di design come parte terminale di un progetto più ampio per arrivare, attraverso l’architettura, all’oggetto e all’utensile. Le linee aerodinamiche, la simmetria, la riduzione delle forme, l’impiego di materiali poveri e facilmente reperibili, l’adozione di tecnologie elementari, entrarono a far parte del codice stilistico dei designer e dell’industria italiana. In particolare, per i televisori, questo corrispose ad una ricerca di maggiore compattezza e di nuovi materiali. Le materie plastiche divengono scelta privilegiata dei designer per le loro qualità tattili, di infrangibilità, possibilità di colori, serialità. Saranno gli anni ’60, con l’avvento del transistor, a rendere possibile la produzione di televisori più piccoli ed economici. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959.